Mostre / Ai confini dell’abbandono (Pontassieve [FI] 2018)

“Nella ‘Porta del vetro e della paglia’ Debora Piccinini opera una sintesi tra significato e significante, costruendo un repertorio simbolico e un linguaggio ideografico riassuntivo della storia e della miscrostoria emersa dalle vicende e dalle memorie raccolte tra gli operai che lavoravano il vetro e la paglia, manufatti fondamentali per l’economia locale e frutto ingegnoso del  riciclo dei materiali di scarto presenti sul territorio, al limite tra autoconsumo, produzione industriale e artigianale. La creazione di un portale istoriato che documenta l’intera filiera produttiva dei fiaschi è espressione del processo di conversione dell’oggetto di uso quotidiano in immagine sacra. Figure simboliche che si caricano quindi dei valori arcaici della comunità di appartenenza,della sua identità che si è consolidata nel lavoro, trovando la propria forza nella coesione sociale, ma anche simboli della potenza creatrice dell’uomo, del suo tocco e del suo alito vitale ancora impresso nelle bolle di vetro soffiate a canna..
L’installazione site-specific collocata all’ingresso del complesso monumentale delle “Muratine” a Pontassieve, nella piazza centrale del comune, sceglie di confrontarsi con l’autenticità e la semplicità dell’arte rustica nell’uso dei materiali, delle tecniche e della scelta dei soggetti, con formelle ispirate al Battistero e del Campanile di Firenze e ai motivi decorativi delle tarsie marmoree caratteristiche dell’arte toscana fin dall’antichità.
Ogni singola formella è il risultato di lunghe ore di lavoro trascorse presso la fornace Giusti di Paterno, dove l’artista ha avuto modo di riflettere sul confronto tra la dimensione umana fatta di scambi, attese, meditazioni, ripensamenti, che sono proprie dell’artigianato e la frenesia dei ritmi di produzione e consumo imposti nell’industria.”
Valentina Filice